Giovambattista PALATINO
Libro nel qual s'insegna a scrivere
ogni sorte lettera...

1540

(Extrait)


[f. H1] DE GLI INSTRUMENTI

[1] Non è (come forsi parra à qualch'uno) superfluo ò inconveniente l'haver posto la tavola, & figura de tutti gli Instrumenti necessarii à un buono scrittore. Precioche, credo che nessuno negarà esser quasi impossibile far bene, & perfettamente qual si voglia essercitio senza l'instrumenti necessarii, & accomodati, & se ben par che siano cose note à ciascuno, noi non per questo devemo preterirle, essendo l'intento nostro in tutta questa opera (come credo che sia di ciascuno che compone in qual si voglia professione) insegnar, & giovare a quelli che non sanno, ne per questo crederei che si offendessero quei che sanno, ò ne devesi esser imputato.

[2] Dirò adunque trascorrendo brevemente sopra ciascuno instrumento quel poco che ci oc-[H1]-corre, per satisfatione de i giovani, & principianti.

[3] Il Calamaro si bene si può tenere di qualunque sorta, ò materia che non importa molto. Tuttavia quei di legno soglion sempre rasciugar l'inchiostro, & il meglio che si possa fare ê di piombo, perche lo conserva fresco & negro, Di forma vorria essere ne grande , ne piccolo, & con piede largo perche non si dibatta ogni volta che si piglia l'inchiostro, & il vaso che tiene l'inchiostro, tanto largo in bocca quanto in fondo, non molto alto.

[4] Devesi tenere coperto per la polvere che corrompe l'inchiostro, & con poca seta, ò scottone, avvertendo di non mettervi bambace, perche s'attacca sempre alla penna, & si corrompe, & marcisce troppo presto.

[5] L'inchiostro vuol essere ben negro, & che non corra troppo ne sia troppo tenace, il che viene da la gomma, & secondo che si conosce es-[H2]-ser bisogno, si può temperare, & assettare. Per cio che essendo troppo corrente che suol far la lettera rognosa, se gli agionge della gomma arabica. Et essendo tropo tenace che non corra per troppa gomma, ò per essere stantile, se gli mette un pochetto di lescia chiara tanto che veggiate star bene. Et devesi mettere nel calamaro posatamente, & non debattendolo come fanno molti, acciò sia puro, & senza feccie, & sopratutto non vouol' essere stantile. Et però quelli, che attendeno a scriver bene, usano farsello da loro istessi, che lo fanno buono à lor modo, & facendone poco per volta acciò sia sempre fresco, che si fà facilmente. Onde anchor che sia cosa notissima non mi par fuor di proposito, ponere il modo di farlo.

[6] A far l'Inchiostro,

Pigliasi adunque tre oncie di galla, qual sia minuta, greve, & crespa, & soppestaretela grossamente. Di poi la metterete à molle in un mezzo boccale di vino, ô vero di acqua piovana, che è assai meglio, & lasciaretela cosi in infussione al sole per uno, o doi giorni. Di poi hab-[H2v°]-biate due oncie de cuperossa, ò di vetriolo Romano ben colorito, & pesto sottilmente, & rimenando molto con un bastone di fico la detta galla, mettetevela dentro, & lasciatevelo cosi al Sole per uno o doi altri giorni. Di poi rimenando di nuovo ogni cosa, ponetevi una oncia di gomma Arabica che sia chiara, & lustra, & ben pista, & lasciatelo cosi tutto il di. Et per farlo lustro, & bello, aggiongetevi alquanti pezzi di scoze di mele granate, & dateli un bollo al fuoco lentissimo. Di poi colatelo, & servatelo in un vaso di vetro, ò di piombo ben coperto, che sara perfetto.

[7] Le penne per scrivere lettera cancellaresca verebbono esser d'ocha domestica, dure, & lustre & piu presto piccole che grosse, perché s'adoprano piu facilmente et con più velocità. Ne importa de che ala siano anchor che alcuni ci faccino gran differentia, perche si rompeno, et storceno sopra il calomo che vengano dritte, accio non stiano torte in mano, che faria impedimento grende á lo scrivere veloce, et uguale. Et si vo-[H3] vogliono tenere nette da lo inchiostro, che ci resta scrivendo, perche impedisce l'altro che non corra. Et lastate tenerle continuamente in un vasetto con acqua che cuopra solo la temperatura. Perche la penno non vuol haver del secco in modo alcuno che fà la lettera rognosa, & smorta, & è difficilissimo à scriverci. Et però si deve guardare di non fregarle con panno, ò sotto le cenere calde, come fanno molti per farle tonde. Del temprarle si dirà piu avanti.

[8] Il Coltellino per temprarle hà da essere di buono acciaio, ben temprato, & ben arrotato, & affilato, & il manico vuol' essere grossetto & quadro, accio non si svolti in mano adoprandolo, & longo per trè volte il ferro & piu, et manco secondo la longhezza del ferro, pur che stia comodo, & fermo in mano, & il ferro vuol essere fermetto & non incavato, & che penda alquanto inante come qui è disegnato, con la costa non tonda, mà quadra, & alquanto tagliente per poterci rader le penne. Non tagliando con esso carta, ne cose agre, che li guastano il filo, ma tenendolo per questo effetto di temprar le penne.

[H3] [9] Il Ditale che si tiene nel dito grosso per tagliare le penne, anchor, che si possa far senza esso, tuttavia è molto commodo, à chi l'usa adoperarlo, & vuol esser negro, acciò comparisca meglia la bianchezza de la penna, & la tagliatura d'essa.

[10] La Vernice che s'adopra volendo scriver bene, & netto, vuol' esser data leggiermente, perche la troppa non lassaria correre l'inchiostro. Et in luochi dove non se trovasse, ò per altro effetto, volendola fare da se stesso, si pongano delle scorze d'ova nette dalla sua pellicula di dentro à seccare nel forno, & faccisene polvere, & due parti di questa polvere s'accompagnino con una parte di polvere d'incenso pen pista, & setacciata l'una & l'altra, che darà perfettissima, & molto meglio di quella che si vende. E di poi ch'è scritto, & secco, volendo levare della charta, la verniceche ci poneste per rispetto del l'odore, fregatevi sopra mollica di pane, che se la tira tutta, come se non vi fosse mai stata posta.

[H4] [11] Il pie di Lepore s'adopra solo per distendere la vernice per la charta, acciò stia leggiera & uguale. & vuolsi tenere che scrivete una charta, che lo cuopra, accio il braccio non levi la vernice, & imbratti il foglio.

[12] La lucerna con quel suo cappelletto, serve per tener raccolto il lume, onde sia maggiore, & più chiaro, & non offenda la vista, & il lume vuol essere d'oglio, & non di sevo, ò cera perche non dibatta, & sia piu puro, ne bisogna cosi smoccarlo.

[13] Il Compasso, la Squadra, la Riga, il Rigatoio à uno & doe righe, le Molette par stringere la Riga falsa transprente sotto il foglio, serveno per scriver, misuratamente, & uguale, & per fermar la mano, come s'è detto in principio.

[14] Delle Forfice, Spago, Sugello &c.; non accade dir cosa alcuna per esser notissima à quel che servono.

[15] Lo Specchio si tiene per conservar la vista & confortarla ne lo scriver continuo. Et è assai me-[H4]-glio di vetro, che d'acciaio.

[16] Lo stilo ch'è disegnato nel calamaro, è usato da molti quando scriveno con diligentia, per tenere ferma la charta innante à la penna, acciò non pigli vento, & si dibatta.


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