PALEOGRAFIA E CRITICA DEL TESTO
DAVANTI ALL’AUTOGRAFO

Giornate di studio
Università di Firenze, 17-18 ottobre 2011



I.
Edizione dei testi autografi e controllati dall’autore

Nel basso Medioevo e in modo crescente procedendo verso l’età moderna la presenza nella tradizione dei testi di documenti elaborativi, di copie autografe e controllate dall’autore non è rara, ma progressivamente normale. D’altra parte in una tradizione prossima e sempre più spesso coeva all’autore, in tutto omogenea
alla sua cultura e che, sviluppandosi in sua presenza, ne assorbe e non di rado sollecita il prolungarsi del processo elaborativo, il documento autografo si spoglia di ogni carattere d’eccezionalità. Gli rimane quello nevralgico di cerniera tangibile e verifcabile fra l’elaborazione e la tradizione dei testi. Le giornate dedicate nei due anni passati alla storia della tradizione e alla critica del testo, partendo, prima, dalla Fenomenologia della copia, quindi dalla Pubblicazione e diffusione dei testi, hanno portato in continuità a mettere a fuoco l’edizione dei testi autografi e controllati dall’autore.

Giovanni Fiesoli (Firenze),
Uno o plurimo? Varianti d’autore e varianti di tradizione nella letteratura mediolatina

Giovana Frosini (Siena),
La parte della lingua nell’edizione degli autografi

Michelangelo Zaccarello (Verona),
Editare un editore di testi poetici volgari: Tommaso Baldinotti

Antonio Corsaro (Urbino), Chiara Tarsi (Milano),
Rifessioni ecdotiche sugli autograf di Michelangelo


II. Paleografia e autografi

Proposte di metodo per l’attribuzione e l’expertise di mani greche e latine

L’idea della giornata di studio nasce da una rifessione avviata all’ultimo convegno del CIPL e ha lo scopo di verifcare le tecniche di expertise da utilizzare nell’identifcazione degli autograf per la distinzione di mani apparentemente identiche e per l’attribuzione a una medesima mano di scritture diverse. Se il primo caso è
quello su cui esiste una maggiore tradizione di studi, il secondo, emerso in tempi più recenti, necessita della messa a punto di strumenti di lavoro propri, prevedibilmente diversi da quelli fnora impiegati. La giornata, attraverso un protocollo di analisi comune applicato ad alcuni casi di studio, intende muoversi verso una defnizione di tali strumenti e proporre una rifessione sulle condizioni storico-culturali all’interno delle quali si verifcano sia il fenomeno della digrafa sia quello dell’emulazione tra copisti diversi.


Teresa De Robertis (Firenze),
Digrafa nel Trecento: Andrea Lancia e Francesco di ser Nardo da Barberino

Irene Ceccherini (Firenze),
Poligrafa nel Quattrocento: Sozomeno da Pistoia

Laura Regnicoli (Firenze),
Una scrittura, due mani. Antonio Sinibaldi o Alessandro da Verrazzano?

Beat von Scarpatteti (Basel),
La stessa mano? Casi attinti dal CMD-CH

Daniele Bianconi (Roma),
«Duplici scribendi forma». Commentare Bernard de Montfaucon

David Speranzi (Roma),
«De’ libri che furon di Teodoro»: una mano, due scritture e una biblioteca scomparsa


Dotations J.M.M. Hermans   APICES – Page d'accueil